Il CIS e il cambio del punto di vista

Il CIS e il cambio del punto di vista

C’è chi vorrebbe introdurre il CIS?

Dopo il crollo della palazzina di Torre Annunziata si è alzato il solito coro di sdegno ed incredulità, accompagnato da voci di abusivismo, lavori in corso senza autorizzazione e tutto il tipico repertorio che segue le tragedie di questo tipo.

Il ministro Delrio non più tardi di tre giorni fa, come dopo i terremoti del centro Italia, ha dichiarato  “In Italia manca una classificazione ufficiale degli edifici. Abbiamo tuttavia introdotto l’obbligo della certificazione energetica, e ora pensiamo di proseguire su questa strada anche per la sicurezza statica”.

Dichiarazioni seguite e supportate da Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri :

“L’annuncio dell’introduzione del certificato di stabilità – ha replicato – è una cosa opportuna da parte del Governo”.

“Purtroppo, però, in questi anni determinate lobby, soprattutto quelle dei proprietari immobiliari, avanzando motivazioni a volte piuttosto fantasiose, hanno lavorato per evitarne l’introduzione, facilitati dall’indifferenza colpevole della politica. In Italia – ha concluso Zambrano – abbiamo circa 20 milioni di edifici costruiti prima che venisse introdotta la normativa sul rischio sismico che ha imposto regole più stringenti nel settore delle costruzioni. In questo senso, dopo l’iniziativa di Delrio, ci aspettiamo un ulteriore sforzo dal mondo della politica, anche nella direzione dell’introduzione del fascicolo del fabbricato”.

Ma a Milano, dove già esiste il Certificato di Idoneità Statica, cosa succede?

(ricordiamo che a Milano scatterà l’obbligo del CIS dal 2019)

Puntuali arrivano le dichiarazioni del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici che, come riportato da LavoriPubblici.it , parla già di una sostanziale impossibilità di certificare gli immobili esistenti.

Così stando le cose per tutti questi immobili – conclude il Presidente Achille Colombo Clerici – che rappresentano alcune centinaia di migliaia di unità edilizie, si profila, alla data di scadenza dell’obbligo indicato, il rischio di una paralisi della commerciabilità. È proprio quel che ci vuole per il già sofferente settore immobiliare“.

Davvero non ci interessa la nostra sicurezza?

Quello che emerge chiaramente da questo dibattito è la completa assenza di una cultura della sicurezza.

Forse per superare questo circolo vizioso, che va dallo slancio emotivo del post-tragedia al pensiero “pragmatico” dei proprietari immobiliari, dovremmo completamente cambiare il punto di vista, e provare a farci alcune semplici domande.

Proviamo a pensare alla casa come alla nostra auto

  • Pensereste mai di acquistare un’auto senza libretto di circolazione?
  • Perchè è prevista la revisione periodica dell’auto?

La revisione auto è un controllo obbligatorio previsto dal Codice della Strada sui veicoli a motore, finalizzato a verificarne le condizioni di sicurezza, il livello di emissioni inquinanti e la rumorosità.

  • Perchè quando compriamo una macchina nuova vogliamo una garanzia pluriennale?

e con la nostra casa cosa facciamo?

Cosa facciamo per la manutenzione dei nostri immobili e, perchè no, per la salvaguardia dei nostri investimenti?

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